Breve presentazione del blog e di cosa sia per me il career coaching, raccontato attraverso la metafora del campo di ginestre.
Ti do il benvenuto al blog dedicato al career & business coaching
Nel salutarti e ringraziarti, di essere in questo nuovo blog, desidero ripartire con una storia d’ispirazione che mi sta particolarmente a cuore: metafora di molte vite in ricerca, che non si fermano davanti alle difficoltà. Prima di raccontartela, sperando ti piaccia e sia di stimolo come fu stata per me, parlo un attimo di come vorrei essere d’aiuto: a chi vuole trovare un lavoro o sta cercando il modo di esprimersi al meglio a livello professionale.
Come coach incontro spesso persone che pensano di non aver scelta, possedute dalla convinzione di non trovare lavoro o, se ce l’hanno, di non poterlo cambiare in meglio o sviluppare ulteriormente. In realtà, attraverso le attività di career coaching, alleno perché gli obiettivi posti possano essere definiti e realizzati, supportando nella scoperta di una visione nuova e nel superamento di paradigmi limitanti, che spesso inducono a pensare che ci sia un solo percorso praticabile. L’errore può aprire a due possibilità: perseveranza o lezione. Con il coaching si impara a trarre insegnamenti dall’esperienza, trovando risposte che possano aiutare ad individuare, costruire e perseguire una propria strada. Il mio approccio umanista ha un’attenzione particolare nei confronti della persona, perchè pone uno sguardo d’insieme, nella dimensione di bene, valori e felicità, alla scoperta di significato, senso e scopo.
Virtù, potenzialità e coaching
Alcuni ricercatori hanno trovato trasversalmente in quasi tutte le tradizioni, su un arco di tremila anni, sei virtù cardine: saggezza, coraggio, amore, giustizia, temperanza, spiritualità (M. Seligman, La costruzione della felicità, Sperling paperback M.E.P. 2002). Per quanto possano apparire inizialmente impalpabili, possono forgiarsi in potenzialità (nel coaching umanistico ne vengono individuate 29, e via via -nei vari articoli- le vedremo tutte): tratti caratterizzanti che possono essere individuati e allenati, perché possano diventare talenti. Tutti questi temi –potenzialità, talento, mercato del lavoro, virtù, motivazione, orientamento, career coaching, business coaching – saranno l’argomento di questo blog, in modo da poter offrire spunti pratici, teorici e di ispirazione a chi è interessato al tema della crescita personale nel mondo del lavoro. Cercherò di postare due articoli a settimana, se vuoi, iscriviti alle newsletter così da rimanere aggiornato.
Ora la storia di Giuseppe, non aggiungo altro. A presto!
Davide
“C’era una volta Giuseppe di Cantalupo Ligure, che è un paese sui monti in Piemonte anche se si chiama Ligure. Il signor Giuseppe andava su per i monti con il suo apetto e appena vedeva una bella collina o un bel dirupo tutto arido si fermava e, senza scendere dall’apetto, prendeva la cerbottana e ne ste valli ci sputava i semi di ginestra, poi tornava a casa dalla su sorella. Ripassava dopo un po’ e se non era piovuto ci sparava l’acqua co’ una bottiglia grande, quelle da du litri di plastica, sempre senza scendere dal suo apetto. E così, primavera dopo primavera, tutte le valli, le colline e i dirupi di Cantalupo Ligure si son riempite di ginestre gialle e profumate, fiori gialli ovunque, un gregge di ginestre, e Giuseppe ha creato un bellissimo giardino senza mai scendere dal suo apetto, no, non era pigro, era paralizzato alle gambe, Giuseppe.Fiori gialli ovunque“.
Racconto tratto dal libro di Elena Guerrini, “Orti insorti“, Stampa Alternativa Nuovi Equilibri, Viterbo 2009, p.27.