Per più di un anno ho dovuto smettere di tagliare i capelli, perchè dall’estate scorsa iniziai ad avere un forte prurito all’altezza della nuca.
Di seguito, a fronte di questo, alcune riflessioni maturate rispetto ai pregiudizi e al mondo del lavoro. Ma non solo.
Rimedi
Prima, provai rimedi suggeriti dal farmacista, poi visita dal medico e cura. Nessun miglioramento. Tornai quindi dal medico, altra cura. Niente. Poi visita dallo specialista. Tutto come prima.
Per piú di un anno, in attesa di trovare una diagnosi e cure adeguate, smisi di tagliare i capelli dato che, in quel tratto di testa, si stava formando un buco scoperto nel cuoio cappelluto. La coda fatta a chignon, dava la possibilità di coprire quel tratto diventato rosa, e il prurito mi ha accompagnato per tutto questo tempo.
La causa scatenante di quella scelta
In questo periodo mi sono sbizzarrito a raccontare ogni volta una cosa differente, a chi mi chiedeva il perché dei capelli lunghi.
Pur dicendo sempre una parte di verità, non spiegavo la causa scatenante di quella scelta.
“Il parrucchiere da cui vado, da quando sono ragazzo, è a 60 chilometri e fatico ad andarci in questo periodo” (Vero. Questo, tra l’altro, mi è servito anche per parlare della fiducia nello sviluppo del passaparola: tema davvero importante nella ricerca di lavoro); “entrare in realtà aziendali con un look alternativo mi aiuta, attraverso metafore, ad introdurre tematiche legate al pregiudizio. Diciamo, è divetanto il mio fisic du rol” (vero); “avevo voglia di rifare crescere i capelli dopo anni“ (Vero. E questa situazione a favorito, potenzionato e velocizzato tale scelta).
Non ho mai detto fosse una necessità anche data dal problema alla cute. Spiegare un’irritazione alla testa mentre la si ha, così su due piedi, non è cosa falice da far comprendere nelle sue implicazioni. Questo credo valga per molte altre problematiche, sicuramente più invasive della mia.
E, comunque, sarebbe del tutto legittimo anche non averne di voglia di parlarne.
Tornare alla normalità
Dopo un anno e mezzo, chiedo un parere al mio vecchio medico andato in pensione (persona eccezionale). Dopo poche parole, mi suggerisce un vecchio prodotto che cura alcuni tipi di dermatite – scherzando mi dice che, chiedendolo in farmacia, avrebbero dato del dinosauro al medico, dato che poteva essere addirittura fuori dal commercio -. E invece lo trovo e lo compro.
Due giorni dopo il prurito sperisce e, cosi, quella zona della testa – poco per volta – mi fa tornare alla normalità (almeno esteticamente. Sulla normalità della mia testa – al suo interno – c’è da fare un’altra serie di riflessioni in merito ?).
Il punto è questo
- Quante persone, in questo anno, si sono fatte idee preconcette su di me in relazione alla mia chioma? Quali motivazioni, senza sapere davvero le cause, sono diventate un’interpretazione di ciò che si crede di sapere della persona? Non lo saprò mai.
Da quanto ho avvertito, per molti, 45 anni di età e coda di capelli sono un binomio curioso. E lo dico con leggerezza e comprensione ma allo stesso tempo con il dubbio che, in genere, le scelte prese dalle persone possano far cadere erronenamente nell’interpretazione tout court delle stesse.
- Ma è davvero così? quante scelte hanno altre interpretazioni che sono fuori dalla nostra vista?
È una piccola cosa, lo so, c’è ben altro di pregiudizio in giro. Ma credo sia sempre utile riflettere su quanto proiettiamo sugli altri le nostre impressioni, motivazioni e giudizi.
Di certo, i capelli lunghi di quest’anno non mi hanno fatto lavorare di più, ma hanno dato molti spunti su cui lavorare.
Buona giornata.
#perquestoquasiquasinonlitaglio