Il vincente o il perdente hanno rotto, cioè, la polarizzazione ha rotto, quello scegliere tra più e meno, portando a decretare chi sia degno e chi no di attenzione, rispetto e stima. La tendenza alla polarizzazione è una trappola -prima mentale e poi culturale-, e dovrebbe risultare sospetta, perchè la vita ha molte più sfumature e la cultura del semplice -della semplificazione- ha rotto!
Lo sport non è la vita
Gli stessi avvenimenti sportivi nella loro logica “dell’uno che vince e gli altri perdono..e spariscono” (con tutte le loro fatiche) hanno un ché di irreale nella nostra vita. Nonostante lo sport venga tanto utilizzato come modello del quotidiano, in realtà, non è sovrapponibile cone esempio.
La vita al di fuori dall’agone è molto più complessa. Lo sport è un’ottima metafora, perché lì troviamo persone capaci di superarsi e soffrire per un obiettivo. Ma la vita possiede sfumature che vanno oltre le regole della gara. E perdersi letteralmente nella logica limitante “del vincente” o “del perdente” spesso porta a giustificare i mezzi per raggiungere il risultato: sino a porsi obiettivi che potrebbero non contare il “piccolo” inconveniente di vedere come sacrificio -si spera solo in modo figurato- la scomparsa dell’atleta.
La polarizzazione fa dimenticare le fondamentali sfumature che l’essere umano porta con sé.
Siamo complicati
Semplice, etimologicamente, può voler dire a “una piega“. La nostra stoffa di persona, che è una e unica, spesso però si piega più volte e, come persone, siamo a più dimensioni, non polarizzate tra due estremi, in una parola: complicati (sempre etimologicamnte parlando).
Perciò abbracciamo gli scostamenti, la fragilità, la complessità come abbracciamo l’impegno, perché non dobbiamo pensarci vincenti o perdenti, ma lavorare con dedizione per migliorarci, facendo emergere tutte le parti di noi stessi. Non dobbiamo pensarla da vincenti, ma da partecipanti seri, appassionati, determinati, motivati, che valorizzano tutto il percorso senza riserve: perché se vado nella direzione del vincere a tutti costi, nel quotidiano creo scorie per un domani; se lavoro in una logica di crescita, quelle scorie verranno riconvertite in qualcosa di alto.
Non sono un perdente o un vincente, ma il partecipante alla gara più importante e complessa che è la vita, e se apprendo e sarò migliore di me stesso: per l’oggi e per il domani.
E tu, quanto sei complicat*?
A presto, buonagiornata!
Davide
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