La curiosità è quella potenzialità che spinge la persona alla ricerca continua, per la scoperta di mete che permettano nuove opportunità e conoscenze (Stanchieri 2008). Allenarla è fare tentativi verso nuove scoperte, guardando le stesse cose, ma con occhi diversi. Vediamo allora alcuni esempi utili alla nostra ricerca di lavoro.
La curiosità
Qual è il contrario di curiosità? Chiusura, pregiudizio, dare per scontato, la fossilizzazione in comportamenti stereotipati. Purtroppo, queste cose le si ritrova spesso in chi cerca lavoro da tempo e, dopo tentativi andati a vuoto, la persona procede con il pilota automatico senza più essere curiosa di aprirsi a nuove strade. Mettersi ancora e ancora in gioco diventa la fatica “di Sisifo”, dove ogni volta che si cerca di spingere la propria ricerca un po’ più in alto, finendo con il pensare: “ma basta, se hanno bisogno mi chiameranno loro“, -o peggio- “non c’è niente, tanto vale non cercare più“. Naturalmente è comprensibile finire a pensarla così, perché se si crede di averle provate tutte e ce lo dice la tv, il web, i social, gli amici, la scuola, i famigliari, non è difficile cadere in tentazione che quel messaggio sia vero. Ma è realmente così? Non credo, perché spesso si ragiona su dati (i soliti dati), quelli scomodi ma comodi, quelli che dicono solo una porzione di come funziona il mercato della ricerca. La verità è che per diventare bravi sviluppatori di opportunità, dovremo scoprire nuove strade, non le solite, non quelle che vedono tutti. Non perché saremo più furbi o illuminati, ma solo curiosi, pronti a non fermarci alle prime difficoltà. Più saremo curiosi nello scoprirle, più diventeremo efficaci (ah! non ti ho detto ancora cosa c’entra il ginocchio nella ricerca di lavoro…vai più avanti!). Allora, dovremo esercitarla questa potenzialità, sopratutto se siamo dei curiosi per natura: dovremo quindi canalizzarla, metterla in rete con altri (specie se saranno curiosi come noi!),allora i frutti saranno molto interessanti.
Se sei alla ricerca non dovrai fermarti pensando di aver già fatto tutto, non dovrai fare una ricerca solitaria (tu-computer-smartphone-tu) e, sopratutto- non dovrai credere di sapere già tutto.
Allenare la propria curiosità vorrà dire fare tentativi di nuove scoperte guardando le stesse cose, ma con occhi diversi.
Esempi per sviluppare curiosità
1.Individua un’azienda che ti interessa e, per un giorno intero, cerca di scoprire tutto di lei: usa il web -Fb, Instagram, Linkedin, sito aziendale-, telefona, leggi cosa dice la carta stampata, chiedi a chi conosci e che abita vicino se conosce qualcuno che ci lavora, e così via. Segna tutto! Se lo farai per 10 giorni, con 10 aziende diverse, sai quante cose potrebbero saltare fuori? (Sulle cose da chiedere, le modalità di approccio, guarda i post precedenti se possono tornarti utili).
2.Se vedi un’inserzione e pensi “non ho esperienza”, domandati se qualcuno che conosci ce l’ha;
3. hai troppa esperienza, domandati se qualcuno che conosci ne ha meno di te e potrebbe essere interessato;
4. Se abiti troppo lontano ricordi qualcuno di quella zona che ci andrebbe?;
5. Fai una lista di cose che non conosci (a seconda delle finalità e obiettivi che hai): nel tipo di lavoro che ti interessa; nel settore di lavoro che vorresti lavorare; nel percorso che porta alla tua professione di interesse; prova poi trovare risposte per approfondire. Scoprire cosa non sappiamo aiuta.
Queste domande sono un esempio per dire: andiamo oltre, cerchiamo soluzioni e, sopratutto, impariamo ad essere curiosi per noi stessi e gli altri. Essere curiosi sarà una spinta che dovrà portarci alla relazione, non alla chiusura, non al chiedere solo per se stessi ma per creare spazi, opportunità anche per chi ci sta attorno.
Ah, se vuoi sapere cosa c’entra il ginocchio con la ricerca di lavoro, scrivimi che te lo dico…sei curioso eh?
Tutto il mondo aspira alla libertà,
e tuttavia ciascuna creatura è innamorata delle proprie catene.
Tale è il primo paradosso e il velo inestricabile della nostra natura“.
Sri Aurobindo
Buonagiornata.
Davide