Il Flow è quello stato in cui si avverte la sensazione indicante la messa in atto delle nostre potenzialità.
Lo sai? E’ un indicatore – tra gli altri – interessante per capire quale sia la nostra vocazione professionale.
In questo articolo vediamo cos’è, come si manifesta e in che modo può esserci utile.
Il Flow
Il Flow è la sensazione di essere dentro le cose: trasportati con piacere dalla corrente emotiva, padroneggiando quello che stiamo facendo, accompagnati dalla giusta dose di tensione che tiene alta l’attenzione ma non stressa troppo. Così lo chiama la psicologia, ma se dovessi pensarla poeticamente, direi che è un po’ simile al rapimento descritto da Leopardi. E’ una leggera forzatura, dato che non tutti gli elementi descritti in psicologia sono sovrapponibili al rapimento leopardiano. Ma i poeti, a volte, sono i primi a trovare le parole per descrivere certi stati -e, secondo me, Leopardi aveva compreso bene questo tipo di trasporto-; i filosofi le mettono sotto la lente per analizzarle; l’arte le sublima; la psicologia le rinchiude in un qualcosa di replicabile. Ma l’emozione è sempre quella, da qualunque punto la si guardi.
Come si manifesta
Nel Flow l’azione del soggetto procede libera e armonica con il contesto circostante, favorendo un livello di totale assorbimento nell’attività praticata. Ci ricordano Csikszentmihalyi, 1975) <1> e Goleman: oggi, si sa, l’uomo diventa cinque volte più produttivo del normale quando entra in quello stato, perché massimizza le capacità di apprendimento e la creatività nel trovare nuove soluzioni.
Stando ad alcune ricerche, questo stato è ottimale se l’azione sfidante non è troppo…“sfidante”: addirittura, andrebbe calcolata su un 4% di in più dell’attività che si fa con naturalezza e rilassamento, in modo da poter uscire dalla propria confort zone <2>, cioé devo sentirmi stimolato, devo forzare quel che basta per sentire che sto iniziando a fare un qualcosa di nuovo.
Per la prima volta possiamo cambiare il mondo
Kotler e Diamandis <2> scrivono nel loro libro dal titolo “Bold: How to Go Big, Create Wealth and Impact the World”: «Per migliaia di anni gli unici che potevano cambiare qualcosa nel mondo erano i re. Da 200 anni hanno questo potere anche le banche, e da qualche decina d’anni anche le grandi aziende. Ma oggi per la prima volta ogni persona potenzialmente può cambiare il mondo, si può diventare miliardari aiutando un miliardo di persone». Al di là degli aspetti economici, é vero che oggi si può avere un impatto enorme su un grande numero di persone. Cosa c’entra il Flow? C’entra! Perché sapere che oggi abbiamo un potere enorme nel cambiare le nostre vite e quelle degli altri è fonte di benessere: per noi e per chi ci sta attorno. C’entra, ancora, perché possiamo incidere svolgendo attività che per noi sono appaganti. Vale proprio la pena di parlarne a fondo, no?!
Cosa succede nel Flow
Chi entra in Flow, elabora le informazioni in modo approfondito e personale con la capacità di trovare maggiori connessioni tra informazioni, problemi e soluzioni. Ed é molto interessante sapere che se troviamo lo stato mentale giusto, possiamo trasformare l’impensabile ridefinendolo, proprio perché tale effetto fa conoscere aspetti prima non chiari di noi stessi. Sfidandoci scopriamo che possiamo andare oltre i limiti di ciò che prima ritenevamo impossibile per noi (nulla di magico, solo lavoro sulla consapevolezza e comprensione delle profonde capacità che possediamo e possiamo sviluppare). Non sono qui a dire che tutto sia possibile, ovviamente, ma solo che è importante -se lo vogliamo- cercare di migliorarci: cioè, tutto ciò che abbiamo fatto finora non è detto sia il massimo da noi raggiungibile.
il “Bannister effect”
Cito come esempio il “Bannister effect”. Sapete chi fu Roger Bannister? Il primo uomo (nel 1954) che coprì la distanza di un miglio in meno di 4 minuti (il miglio equivale a 1.600 metri). In quegli anni la comunità scientifica aveva sentenziato che, scendere sotto la barriera dei 4 minuti, era ritenuto fisicamente impossibile. In Bannister fu l’atteggiamento mentale piuttosto che fisico e l’applicazione di nuove conoscenze sulla preparazione atletica a consentirgli quel salto. Ma al di là della sua grande forza fisica, la cosa veramente notevole fu che non appena lui riuscì, altri atleti iniziarono a scendere sotto i 4 minuti, quasi a dimostrare che era una barriera mentale piuttosto che fisica. Al di là di questo caso, è molto importante riflettere sul nostro flow, cercando di trovare cosa ci faccia “volare“: nel lavoro, nello studio, nei rapporti.
Gli indicatori del Flow
- Equilibrio tra sfida e abilità;
- Unione tra azione e coscienza;
- Obiettivi chiari;
- Feedback diretti e immediati;
- Concentrazione sul compito;
- Senso di controllo;
- Perdita della autoconsapevolezza;
- Distorsione del senso del tempo;
- Esperienza Autotelica (un’esperienza può dunque definirsi autotelica quando è favorita da un’autentica motivazione interna e dalla possibilità di rintracciare nell’attività un straordinario senso di divertimento, piacevolezza e appagamento). <3>
Uno spunto di riflessione
Nell’ambito in cui vorresti operare (nel lavoro, nello sport, nelle attività che svolgi ecc.) ci sono momenti in cui ti trovi immerso in uno stato di flow? Ti rivedi nei parametri che ho esposto qui sopra? Spero di si! Se, invece la risposta è “No”, potresti: o essere aiutato a riconoscerlo o, ancora, capire come creare il momento in cui lo si può far emergere. E’ questione di allenamento, per trovare ed esercitare ciò che è indicatore dell’ espressione di noi stessi (per vedere quali attività affronto e alleno con il coaching puoi cliccare qui)
Un piccolo esercizio
- Prova a pensare quali attività, di recente, ti hanno dato emozioni positive
- Prova a capire, in quali ambiti senti tale sensazione.
- Prova, ancora, a pensare -anche andando a ripescare nelle tue attività passate, se non ti viene in mente niente di recente- in quali quali situazioni è avvenuto.
I miei corsi
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Buona giornata
Davide
Note
<1>Csikszentmihalyi, M.. Beyond boredom and anxiety. San Francisco: JosseyBass, 1975.
<2> https://www.digital4.biz/executive/innovation-management/le-straordinarie-possibilita-del-nostro-tempo-opportunita-mai-viste-prima
<3> Marisa Muzio, Giuseppe Riva, Luca Argenton Flow, benessere e prestazione eccellente. Dai modelli teorici alle applicazioni nello sport e in azienda, Franco Angeli Milano, 2012